Thursday, 24 January 2013
Sunday, 11 September 2011
Roma - Cagliari (1-2): Pagelle Roma
Stekelemburg - 5,5. Incolpevole sui gol, ma un miracolo ci sarebbe piaciuto.
Jose Angel - 5. Parte bene, dribbla, tira in porta e copre da vero terzino in un paio di occasioni. Poi, in due minuti, sbaglia il rinvio, regalando il gol a Conti, e poi si fa espellere.
Heinze - 6. Appare abbastanza sicuro. Buono qualche colpo di testa in zona offensiva.
Burdisso - 6. Partita senza infamia e senza lode, solita grinta.
Rosi - 6+. Inizia senza farsi mai vedere, poi cresce e ci mette molta corsa. I piedi sono quello che sono.
De Rossi - 6,5. Buona prestazione, gestisce tanti palloni (in un ruolo alla... Pizarro) e segna un gol, anche se inutile.
Pijanic - 6+. Ha personalità, gioca bene, tira un paio di volte ma nel secondo tempo,dentro l'area e al momento decisivo, sceglie un passaggio - che sbaglia - invece del tiro in porta.
Perrotta - 5,5. Non si nota troppo.
Totti - 6,5. Fa alcune delle cose migliori, buoni i tiri in porta, buona la visione di gioco. Da un suo calcio di punizione nasce il gol.
Osvaldo - 5. Grintoso, ma non bravissimo.
Bojan - 5. Quasi invisibile.
Sostituzioni:
Gago - s.v.
Borriello - s.v. Fa un paio di buone cose, gioca bene con Osvaldo, ed ha l'occasione migliore su un cross di Totti, però Agazzi si supera.
Borini - s.v. Buono il suo esordio. Segna dopo non appena un minuto (ma era fuorigioco precedentemente) e si fa vedere.
Labels:
11/09/2011,
Bojan,
Cagliari,
Luis Enrique,
Osvaldo,
Pagelle,
Roma,
Roma-Cagliari,
Serie A,
Totti
Wednesday, 5 May 2010
Coppa Italia da Rosso Diretto
Cosa può succedere se in una partita il nervosismo vince sul calcio?
Succederà che la squadra più fisica e sorniona vincerà senza troppe difficoltà. La squadra meno fisica e più nervosa subirà e si avvierà in maniera tutto sommato logica verso la sconfitta.
Questo, all'incirca, è quello che è successo stasera allo stadio Olimpico nella finale di Coppa Italia. Se si fosse giocato a calcio, la Roma una qualche possibilità l'avrebbe avuta: giocando a rugby, l'Inter ha fatto valere la superiorità mentale, che una finale di Champions ti regala, ed ha vinto in maniera ineccepibile. Se la Roma fosse riuscita a non subire tutta la pressione che gravava su questa sfida e se avesse provato a giocare a calcio, magari avremmo notato che giocava Materazzi in difesa. Invece niente: uno a zero e tanti calcioni.
Eppure sarebbe bastato poco per sgonfiare questa invincibile Armada nerazzurra, davvero poco. Che il nostro Juan fosse stato più preciso sulla maldestra respinta di Julio "Buzz LightYear" Cesar e l'avesse insaccata. Li, la Roma avrebbe vinto, le provocazioni nerazzurre non avrebbero potuto attecchire. I nostri si sarebbero resi conto che di fronte avevano undici calciatori di un certo livello e niente più. Invece, la prestazione è stata stitica ed isterica.
Ed il giusto culmine è stato il calcione a Balotelli. Gesto brutto, diseducativo e comprensibilissimo. Fatto con una certa sincerità, che potrebbe ricordare l'espulsione di Zidane al mondiale. O anche il racconto di Melville, Billy Budd, dove un innocente e buon marinaio viene falsamente accusato da un serpentino nostromo. In un impeto d'ira, Billy colpisce il nostromo: quick as the flame from a discharged cannon at night, his right arm shot out. Cosi Totti con Balotelli. Billy Budd viene impiccato, Totti espulso. Poteva andar peggio.
Ci sarebbero state altre due espulsioni: Taddei e Burdisso, come anche un rigore solare al 45esimo di Samuel su Toni e, più dubbio, nel secondo tempo di Chivu su Menez.
Jeremy, l'unico romanista capace di creare qualcosa nel secondo tempo, non è bastato a bucare la difesa dell'Inter e sgonfiare la bolla. Che probabilmente andrà a prendersi Champions e Scudetto, Robben permettendo.
Tuesday, 16 March 2010
Sezione Poesia
La libreria è ottima e vi si trova di tutto, dalle guide turistiche alle 500 pagine di Bruno Vespa date alle tipografie non più di qualche mese fa. Vi si trova anche una sezione "poesia".
La prima cosa che si può notare è che un decesso recente fa aumentare la richiesta. La fu Alda Merini occupa quasi uno scaffale intero. Che poi sia richiesta del consumatore, o solo un'ipotesi su di essa da parte dei gestori della libreria, non è dato sapere: sta di fatto che ci sono più libri della Merini che di Dante.
Cosi come un nome di una che non c' è più, anche un nome di chi non scrive, generalmente, poesie sembra tirare molto. E allora troviamo un immancabile "Nietzsche: Poesie", cosi come tutti o quasi i versi scritti da Marcel Proust. And last but not certainly least, ci cade l'occhio su un libricino giallo dallo sferzante titolo "Non ho peccato abbastanza". Incuriositi, prendiamo il volume, e ci accoglie l'immagine di una donna con uno sguardo molto triste- le mani sono decorate di Henna e sul capo le cade un velo. Tre elementi messi li per comunicare non troppo sottilmente un messaggio: certe donne (quelle donne) soffrono a causa di una religione patriarcale. Il sottotitolo conferma la facilità del messaggio: Antologia di poetesse Arabe. Lascia un pochino perplesso quell'aggettivo, ma si fa finta di niente. Nella lunga introduzione si definisce la poesia come un gesto politico di liberazione.
La libreria è ottima: ci si trova di tutto.
Monday, 24 November 2008
Sunday, 9 November 2008
Vive la Carla Bruni
In prima pagina su corriere.it, relegata a "il caso" su repubblica.it, la notizia e' che Carla Bruni si sente felice di avere la cittadinanza francese. In particolare, se ne sente felice quando si deve confrontare con il senso dell'umorismo di Berlusconi e sulle di lui battute su Barack Obama.
Si potrebbe ricordare come molti accostano suo marito al premier italiano, con il suo stile spettacolare di fare politica. Oppure si potrebbe ricordare come le rivolte a sfondo razziale e le citta' in cui i quartieri bianchi sono quelli ricchi e quelli non-bianchi sono poveri le ha la Francia e non l'Italia. O le Pen che arriva al secondo turno contro Chirac.
La Bruni e' una bellissima donna. In qualita' di first lady, e' tenuta ad esprimere delle posizioni. Se riflettesse un po', si renderebbe conto che giudicare un popolo dal proprio rappresentante politico e', se non proprio razzista, decisamente riduttivo: chi lo fa va compatito per la mancanza di immaginazione. La Bruni e' una bellissima donna, e Yeats scriveva
And that all beautiful women may
Live in uncomposite blessedness,
and lead us to the like- if they
Will banish every thought, unless
Si potrebbe ricordare come molti accostano suo marito al premier italiano, con il suo stile spettacolare di fare politica. Oppure si potrebbe ricordare come le rivolte a sfondo razziale e le citta' in cui i quartieri bianchi sono quelli ricchi e quelli non-bianchi sono poveri le ha la Francia e non l'Italia. O le Pen che arriva al secondo turno contro Chirac.
La Bruni e' una bellissima donna. In qualita' di first lady, e' tenuta ad esprimere delle posizioni. Se riflettesse un po', si renderebbe conto che giudicare un popolo dal proprio rappresentante politico e', se non proprio razzista, decisamente riduttivo: chi lo fa va compatito per la mancanza di immaginazione. La Bruni e' una bellissima donna, e Yeats scriveva
And that all beautiful women may
Live in uncomposite blessedness,
and lead us to the like- if they
Will banish every thought, unless
Wednesday, 9 July 2008
Euthanasia and the mosquito bites of the soul
The right to live a life without pain: this is now dignity.
To live with pain and keep one's head up: that used to be dignity.
Euthanasia is far bigger than most thoughts, and a sensible person would shut up on such an argument.
Yet one can not avoid being reminded of a wonderful little thought. That pain and suffering are part of life. As we eradicate them our tolerance for them thins out. The less we drink, the more we suffer the effects of alcohol. The less we suffer, the less we tolerate suffering.
Until we put a question mark on the value of life itself because of the inevitable "mosquito bites of the soul and body".
To live with pain and keep one's head up: that used to be dignity.
Euthanasia is far bigger than most thoughts, and a sensible person would shut up on such an argument.
Yet one can not avoid being reminded of a wonderful little thought. That pain and suffering are part of life. As we eradicate them our tolerance for them thins out. The less we drink, the more we suffer the effects of alcohol. The less we suffer, the less we tolerate suffering.
Until we put a question mark on the value of life itself because of the inevitable "mosquito bites of the soul and body".
Subscribe to:
Posts (Atom)